Manager napoletani in Romania: Nasce a Brasov il Casinò Vesuvius
Nasce
Casinò Vesuvius il primo grande casinò creato per i campani, da un'idea
imprenditoriale di uno staff tutto campano, anzi napoletano. La
presentazione ieri a Palazzo Alabardieri curata da Ermanno Corsi con la
presenza di Mario Maglione, testimonial della nostra tradizione
musicale con concerto, che si terrà al Casinò Vesuvius per il week-end
di Ognissanti. Il casinò è rappresentato in Italia tre professionisti napoletani :
Ugo Sebastiano. avvocato, Alessandro Ferrari. consulente del lavoro ed
AndreaFanuzzi, commercialista che hanno come unico obiettivo quello di
promuovere il nostro territorio e la nostra immagine all'estero a
Brasov in Romania, territorio in crescente sviluppo economico. La
Romania - spiega Fanuzzi da quando è entrata nell'unione europea è
diventata un area "obiettivo" a cui sono destinati i fondi europei -
quindi non possiamo parlare di aree depresse ma possiamo e dobbiamo
considerarli come paesi in via di alliniamento Nasceranno a breve -
prosegue Andrea Fanuzzi- molte infrastrutture importanti quali un
aereoporto, un'autostrada, proprio grazie ai finanziamenti che l'Unione
europea ha destinato ai nuovi paesi che sono entrati nel 2007. Già
comunque a Brasov sono sorti i più grandi commerciali, francesi e di
altre nazioni" Cercheremo di promuovere - spiega Alessandro Ferrari una
serie di eventi, che vedranno di volta coinvolti artisti locali, ma
organizzeremo anche serate di gala con prodotti tipici del territorio e
molte altre manifestazioni dove coinvolgeremo imprenditori locali,
proprio per poter dar vita anche ad uno scambio di culture" Elegante e
raffinato il casinò diretto da Cristian Firez offre ai suoi clienti,
amanti del "tappeto" verde oltre al brivido del gioco, con i tavoli di
roulette, black- jak, poker ed una vasta gamma di slot machine ultimo
grido, anche la possibilità di gustare una cucina tutta partenopea. "La
sfida è alta- dichiara Ugo Sebastiano- ma noi ne abbiamo fatto un
nostro credo e siamo sicuri che è una scommessa vincente che farà
piacere anche a tanti nostri imprenditori locali"
Percorrendo in parallelo le normative di natura penale
che disciplinano i fenomeni delinquenziali nelle due nazioni –Italia e Romania-
appare davvero sconcertante scoprire che reati di notevole rilevanza sociale,
ossia quelli che maggiormente sono ritenuti raccapriccianti dalla maggior parte
delle medesime popolazioni, non trovano nel nostro paese una adeguata
disciplina repressiva, in favore di una presunta funzione “educativa della
pena” che, a detta di alcuni onorevoli esponenti della passata forma di
governo, assicurerebbe quel garantismo utile e necessario a tutte le
democrazie che vogliano dirsi tali.
Facciamo chiarezza, ad esempio, sulle norme che
disciplinano il reato della prostituzione e dello stupro in Italia ed in
Romania.
In Romania la prostituzione è un reato grave (viene
punito con 3 o 10 anni di reclusione) e soprattutto c’è la certezza della pena,
cioè se vieni condannato vai davvero in galera e ci rimani per il tempo dovuto.
In Italia manca una vera regolamentazione della
prostituzione: siamo fermi paurosamente all’anno 1958 allorquando il 20
febbraio viene pubblicata quella che è passata alla storia come legge Merlin.
Questa, di fatto, abolendo le case di tolleranza fino ad allora affidate al
controllo dello Stato, ha permesso il proseguire, di fatto, della
mercificazione del sesso nelle strade, ma nella clandestinità.
Il fenomeno della prostituzione in Italia rimane una realtà presente e costante. In Italia,
infatti, non è considerato reato la vendita del proprio corpo, mentre lo è lo
sfruttamento del corpo altrui anche se in ambiente organizzato.
In ordine allo stupro invece, in Italia il nostro
codice penale prevede per lo stupratore una pena detentiva da 5 a 10
anni, salvo qualche giudice che «cavillando» lo rimette fuori, già pronto per
ricommettere qualche reato. In Romania, invece il reato prevede pene dai 3 ai
10 anni, aumentate da 5 a 18 anni, invece, se è di gruppo, ovvero se la vittima
è disabile ovvero ancora se è membro della famiglia. Nella sventurata ipotesi
che il delinquente, portando a termine la sua efferatezza commetta un omicidio,
le condanne oscillano dai 15 ai 25 anni. In ogni caso, il se vi è anche
l’eventuale aggravante della violenza su minorenne, il reato è sanzionato con
la reclusione –nelle amene carceri romene- per un effettivo periodo di tempo
che va dai 10 ai 25 anni.
Condanne esemplari anche per reati minori quale, ad
esempio, la rapina. Dai 3 ai 18 anni se è semplice; dai 5 ai 20 se i rapinatori
hanno il volto coperto e il crimine si compie in pubblici uffici, di notte o
contro trasporti valori, da 7 ai 20 anni quando è una rapina di gruppo con
sparatoria e ci sono lesioni personali gravi, da 15 ai 25 se c'è il decesso
della vittima.
Mentre in Italia? In pura teoria sarebbe prevista la
reclusione dai 3 a 10 anni, salvo le solite agevolazioni
giudiziarie/giudiziali...
E’ ovvio, quindi, che la criminalità romena,
riscontrando in Italia più che altrove, una minore repressione ed effettività
della pena per i reati commessi, trovi un terreno fertile per compiere in
libertà le proprie azioni delittuose.
E’ tempo, quindi, di assicurare al criminale romeno lo
stesso trattamento giudiziario che gli riserva il paese natale, non offrendogli
un territorio di favore per le sue malefatte.