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L'ingiusta attesa di un cliente... seguìta con piglio ed ironia 
https://www.napolitoday.it/cronaca/poesia-avvocato-presidente-tribunale.html

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   La Campania è la regione italiana con maggior numero di avvocati.Naturale, quindi, che tra le circa 14mila toghe partenopee si nascondano talenti di tutti i tipi: musicisti, cuochi, sportivi e anche letterati. Il caso che segnaliamo riguarda un avvocato-poeta, del quale non riportiamo il nome per rispetto della privacy ma alcuni versi: "Tre cartacei le ho già depositato / E due volte poi da Lei mi son portato / E poiché irretito, infine, l'ho sentita / La mia lingua gentil tosto s'è zittita". Questo è uno dei passaggi del poema che il noto avvocato napoletano, dopo lunga attesa per un decreto ingiuntivo da parte del Tribunale di Napoli, ha composto indirizzandolo al Presidente della Sezione Civile interessata. La vena ironica dell'avvocato scaturisce da una sorta di rassegnazione per il ritardo nell'emissione del decreto. "Il quinto mese è ormai trascorso / Dall'assegnazione a lei del mio ricorso / Comprenderà davvero il mio sgomento / Passando i giorni senza alcun provvedimento". 
   La richiesta finale è decisamente ispirata: "A Lei, Eccellenza superiore / Di gran fattura, impegno e cuore / Volgo il desio, tutt'altro che banale / Di leggerla un po' prima del Santo Natale. Sotto le Sue piante, anche in movimento / Lascio le mie gote in mistico atteggiamento". 
   
Non si tratta della prima bizzarria che proviene dai Tribunali partenopei: mesi fa un avvocato napoletano chiese la ricusazione del Giudice di Pace a cui era stato assegnato il caso di un suo cliente. Motivo? Il giudice è juventino, e i rapporti con l'avvocato erano ai ferri corti. "Da tempo c'è una grave inimicizia, perché il Dottore è sfegatato tifoso juventino", scrisse l'avvocato alla Corte d'Appello che doveva poi decidere se assegnare la causa a un altro Giudice. 

LA POESIA - Riportiamo di seguito la versione integrale del poema indirizzato al Presidente della Sezione Civile dall'avvocato napoletano. 

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Un apprezzamento..... nazionale
 
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Da Il Denaro del 10 ottobre 2007


Manager napoletani in Romania: Nasce a Brasov il Casinò Vesuvius


Nasce Casinò Vesuvius il primo grande casinò creato per i campani, da un'idea imprenditoriale di uno staff tutto campano, anzi napoletano. La presentazione ieri a Palazzo Alabardieri curata da Ermanno Corsi con la presenza di Mario Maglione, testimonial della nostra tradizione musicale con concerto, che si terrà al Casinò Vesuvius per il week-end di Ognissanti. Il casinò è rappresentato in Italia tre professionisti
napoletani : Ugo Sebastiano. avvocato, Alessandro Ferrari. consulente del lavoro ed AndreaFanuzzi, commercialista che hanno come unico obiettivo quello di promuovere il nostro territorio e la nostra immagine all'estero a Brasov in Romania, territorio in crescente sviluppo economico. La Romania - spiega Fanuzzi da quando è entrata nell'unione europea è diventata un area "obiettivo" a cui sono destinati i fondi europei - quindi non possiamo parlare di aree depresse ma possiamo e dobbiamo considerarli come paesi in via di alliniamento Nasceranno a breve - prosegue Andrea Fanuzzi- molte infrastrutture importanti quali un aereoporto, un'autostrada, proprio grazie ai finanziamenti che l'Unione europea ha destinato ai nuovi paesi che sono entrati nel 2007. Già comunque a Brasov sono sorti i più grandi commerciali, francesi e di altre nazioni" Cercheremo di promuovere - spiega Alessandro Ferrari una serie di eventi, che vedranno di volta coinvolti artisti locali, ma organizzeremo anche serate di gala con prodotti tipici del territorio e molte altre manifestazioni dove coinvolgeremo imprenditori locali, proprio per poter dar vita anche ad uno scambio di culture" Elegante e raffinato il casinò diretto da Cristian Firez offre ai suoi clienti, amanti del "tappeto" verde oltre al brivido del gioco, con i tavoli di roulette, black- jak, poker ed una vasta gamma di slot machine ultimo grido, anche la possibilità di gustare una cucina tutta partenopea. "La sfida è alta- dichiara Ugo Sebastiano- ma noi ne abbiamo fatto un nostro credo e siamo sicuri che è una scommessa vincente che farà piacere anche a tanti nostri imprenditori locali"

On Line

http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=514733&KeyW=ALABARDIERI

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Video On Demand-WebTV § L'affidamento condiviso

http://www.telefortuny.it/

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Quotidiano Il Roma 11.03.2009

La criminalità romena migra in Italia. Perché?

Percorrendo in parallelo le normative di natura penale che disciplinano i fenomeni delinquenziali nelle due nazioni –Italia e Romania- appare davvero sconcertante scoprire che reati di notevole rilevanza sociale, ossia quelli che maggiormente sono ritenuti raccapriccianti dalla maggior parte delle medesime popolazioni, non trovano nel nostro paese una adeguata disciplina repressiva, in favore di una presunta funzione “educativa della pena” che, a detta di alcuni onorevoli esponenti della passata forma di governo, assicurerebbe quel garantismo utile e necessario a tutte le democrazie che vogliano dirsi tali.

Facciamo chiarezza, ad esempio, sulle norme che disciplinano il reato della prostituzione e dello stupro in Italia ed in Romania.

In Romania la prostituzione è un reato grave (viene punito con 3 o 10 anni di reclusione) e soprattutto c’è la certezza della pena, cioè se vieni condannato vai davvero in galera e ci rimani per il tempo dovuto.

In Italia manca una vera regolamentazione della prostituzione: siamo fermi paurosamente all’anno 1958 allorquando il 20 febbraio viene pubblicata quella che è passata alla storia come legge Merlin. Questa, di fatto, abolendo le case di tolleranza fino ad allora affidate al controllo dello Stato, ha permesso il proseguire, di fatto, della mercificazione del sesso nelle strade, ma nella clandestinità.

Il fenomeno della prostituzione in Italia rimane una realtà presente e costante. In Italia, infatti, non è considerato reato la vendita del proprio corpo, mentre lo è lo sfruttamento del corpo altrui anche se in ambiente organizzato.

In ordine allo stupro invece, in Italia il nostro codice penale  prevede per lo stupratore una pena detentiva da 5 a 10 anni, salvo qualche giudice che «cavillando» lo rimette fuori, già pronto per ricommettere qualche reato. In Romania, invece il reato prevede pene dai 3 ai 10 anni, aumentate da 5 a 18 anni, invece, se è di gruppo, ovvero se la vittima è disabile ovvero ancora se è membro della famiglia. Nella sventurata ipotesi che il delinquente, portando a termine la sua efferatezza commetta un omicidio, le condanne oscillano dai 15 ai 25 anni. In ogni caso, il se vi è anche l’eventuale aggravante della violenza su minorenne, il reato è sanzionato con la reclusione –nelle amene carceri romene- per un effettivo periodo di tempo che va dai 10 ai 25 anni.

Condanne esemplari anche per reati minori quale, ad esempio, la rapina. Dai 3 ai 18 anni se è semplice; dai 5 ai 20 se i rapinatori hanno il volto coperto e il crimine si compie in pubblici uffici, di notte o contro trasporti valori, da 7 ai 20 anni quando è una rapina di gruppo con sparatoria e ci sono lesioni personali gravi, da 15 ai 25 se c'è il decesso della vittima.

Mentre in Italia? In pura teoria sarebbe prevista la reclusione dai 3 a 10 anni, salvo le solite agevolazioni giudiziarie/giudiziali...

E’ ovvio, quindi, che la criminalità romena, riscontrando in Italia più che altrove, una minore repressione ed effettività della pena per i reati commessi, trovi un terreno fertile per compiere in libertà le proprie azioni delittuose.

E’ tempo, quindi, di assicurare al criminale romeno lo stesso trattamento giudiziario che gli riserva il paese natale, non offrendogli un territorio di favore per le sue malefatte.
Avv. Ugo Sebastiano

 
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Video On Demand-WebTV § FRODI ALIMENTARI

http://denaro.digid.tv/frontend.php?ContentId=373 

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Video On Demand-WebTV § Capodanno: fuochi Killer

http://www.denaro.it/video/salute-prevenzione55.aspx

 

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